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Fare un sito web in 3 mosse

Cosa valutare per un progetto vincente

Fare un sito web in 3 mosse


L'esigenza di avere un sito web può essere un capriccio dell'impresa nel voler seguire la moda pur non conoscendo le basi dello stare online né avendo una capacità economica adeguata. Essere online non è un'attività sporadica da eseguire a tempo perso; ho suggerito in un mio articolo come focalizzare l'attenzione su 5 consigli per stare online nel modo giusto, dove esploro la parte commerciale e tecnica di un progetto web.

In questo articolo affronto le 3 fasi per aiutare l'impresa che vuole un progetto web, senza troppi tecnicismi

La fase di analisi

Una fase molto spesso trascurata, quella del cliente che vuole avere a tutti i costi un sito web, oppure un'APP senza aver chiaro le dinamiche alle quali va incontro. In questo caso bisognerebbe avere l'obbligo professionale di rifiutare il progetto.

Non è solo una questione di soldi ma di reputazione, perché un cliente convinto di ottenere risultati miracolosi solo per aver fatto realizzare un sito con 10 pagine statiche si sentirà tradito nelle sue aspettative e potrà creare un problema di reputazione al professionista di turno.

Il cliente ha l'obbligo e il dovere di esprimere i suoi desideri, cosa si aspetta di ottenere da un sito web e qual è il budget a disposizione. "Si può arrivare sulla luna, ma non con un triciclo!"


La bacchetta magica

Bisogna sfatare il mito: non esiste la bacchetta magica e nessuno ha la sfera di cristallo nel prevedere il futuro e le esigenze di mercato dei prossimi 5 anni.

Si procede sempre per gradi e per tentativi seguendo una strategia definita, ma l'idea dell'esperimento non va confusa con la realizzazione di un progetto scadente o approssimativo.

Per fare un esempio, esistono case automobilistiche che producono ogni 4 anni nuovi modelli con alcune varianti rispetto alle precedenti versioni. Questo non vuol dire che i modelli precedenti siano stati creati meno affidabili di proposito, ma che la casa automobilistica fa tesoro del riscontro dei consumatori, recepisce le nuove tecnologie e modifica il modello.

Non esiste mai un progetto definitivo, ma sono tutti da considerarsi strategie per soddisfare l'aspettativa che il cliente ha in quel momento conciliata alla tecnologia del momento e al mercato di riferimento.


E-commerce o sito vetrina

Per chi vende prodotti al dettaglio nel mondo reale e crede di poter fare lo stesso online, dovrà realizzare un e-commerce, ma se alla domanda "Riesci a far concludere una transazione online al tuo utente senza vederlo mai e spedire il materiale presso la sua sede?" la risposta è "no", perché è necessario almeno sentirlo per alcuni dettagli, oppure che il pagamento avviene solo dopo l'installazione, allora non stiamo parlando di vendita online, ma di consulenza, quindi la soluzione adatta è un sito vetrina. Magari con 5.000 pagine, ma si tratta sempre di un sito vetrina.

Il potere dei contenuti

In questo contesto storico i contenuti sono alla base di qualsiasi progetto, si possono considerare come la realtà del momento, più importante rispetto al passato, in cui l'utente non vuole vedersi sparato in faccia il prodotto o servizio.

L'utente vuole una storia, vuole sentirsi speciale, vuole essere conquistato dal prodotto, e se ci rifletti un attimo è giusto così.

La tecnica del convincere un utente al grido di "ultimi rimasti, scade tra poco, chiama subito" è una tecnica di 50 anni fa, sono le c.d. vendite mordi e fuggi, dove l'interesse non è costruire un rapporto duraturo con il cliente, ma finalizzare solo la vendita.

Bene, oggi le cose sono cambiate, perché la tecnica del mordi e fuggi è vista da molti come un metodo per piazzare prodotti e servizi scadenti, senza un minimo di customer care per dubbi, problemi o chiarimenti.

Visto che il desiderio di avere un sito web serve per affermare anche online la reputazione costruita a fatica nel mondo reale, sicuramente bisogna prendere in considerazione i contenuti che sono alla base di questo rapporto.


Quali sono i contenuti da pubblicare?

Non esiste un metodo universale che va bene per tutti, il consiglio che do ai miei clienti è di predisporre degli argomenti che siano in linea con il loro core business o dei loro prodotti, servizi.

Faccio un esempio sulla mia attività.
Mi occupo di consulenza, quindi nel mio piano editoriale non posso parlare ogni volta di quanto sono bravo e professionale, dopo tre articoli gli utenti si sentirebbero poco considerati dalla mia tecnica di autopromozione e perderei credibilità con tutto quello che ne consegue.

Per questo motivo nel mio progetto web ci sono articoli su SPID, il sistema di autenticazione per accedere ai portali della pubblica amministrazione con un'unica credenziale, oppure le ultime novità riguardo la proroga alla fatturazione elettronica del carburante.

Sono contenuti che non rappresentano il mio core business, perché non vendo SPID, non vendo carburante, ma servono a dare un'informazione al mio utente, a creare la mia reputazione con contenuti a valore aggiunto suggerendogli anche come fare le cose in modo autonomo. In questo modo seguo la mia strategia nel costruire un rapporto di fiducia con l'utente che potrà chiedermi delle informazioni riguardo una delle mie attività e diventare un cliente.

Monitoraggio dei risultati

L'unico modo per poter valutare con efficacia l'andamento del proprio progetto è lo studio e la relativa analisi delle statistiche di accesso al sito web.

Se non si dispone di un controllo accessi come si fa a valutare se il progetto sta andando bene?

Uno strumento efficace per il monitoraggio delle statistiche di accesso è quello di Google Analytics, un codice da integrare all'interno di ogni singola pagina a seguito di una configurazione con un proprio account sul pannello di Analytics Google. https://analytics.google.com/

Dal pannello di controllo si valuteranno le pagine con più visite, le sorgenti di traffico e il tempo di permanenza, tutti parametri fondamentali per poter apportare delle modifiche al progetto iniziale o continuare con la strategia intrapresa.

Per un corretto uso del codice di monitoraggio Google Analytics e in considerazione del nuovo Regolamento per il trattamento dei dati GDRP 679/2016 in vigore dal 25 Maggio 2018 consiglio sempre di rendere anonimo l'indirizzo IP all'interno del codice stesso.

In questo si potrà indicare il cookie di Google come tecnico, altrimenti si dovrà mostrare all'utente un banner (popup) con l'informativa breve e il blocco del codice fino alla sua accettazione, rendendo di fatto il monitoraggio inutile.

Se hai bisogno di un aiuto nello studio della tua strategia contattami al 3318671100 oppure scrivimi direttamente da qui

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